2.8 - Il biofeedback

Inviato da admin il Dom, 02/06/2011 - 19:46 - Modificato da admin on Ven, 02/18/2011 - 22:56

Iniziamo col chiederci cosa sia il biofeedback, o meglio la retroazione biologica. La spiegazione che ne dà Wikipedia è questa:

Il biofeedback (retroazione biologica), chiamato anche biofeedback training, è un metodo terapeutico che riguarda la psicoterapia, è basato sulla teoria comportamentista ed aiuta il paziente a prendere controllo del suo comportamento. L'organismo umano interagisce continuamente con l'ambiente esterno attraverso l'elaborazione di un comportamento adattativo, questo è il risultato di processi ciclici che si possono equiparare a sistemi di controllo interagenti e legati tra di loro. I comportamenti adattativi sono dei meccanismi di autoregolazione che avvengono spesso automaticamente e non interagiscono con il campo di coscienza della persona. Alcuni di questi meccanismi sono regolati dai sistemi neurovegetativo, endocrino ed immunitario. A volte l'indipendenza di questi processi dalla coscienza può mancare: ad esempio, dopo una corsa si può percepire il cuore battere più forte, oppure se un organo ha un problema si può percepire dolore. Quando la persona percepisce questi segnali può agire per modificarli, formando un sistema elementare di biofeedback. Il biofeedback è l'applicazione di queste osservazioni con le tecnologie opportune. Questo metodo terapeutico coinvolge nel suo funzionamento tre discipline diverse: psicologia, fisiologia ed elettronica. Con il biofeedback, una certa funzione corporea come la tensione muscolare o la temperatura cutanea viene monitorata con l'uso di elettrodi o di trasduttori applicati sulla pelle del paziente. I segnali captati vengono amplificati ed usati per gestire segnali acustici o visivi. Il paziente può così adottare strategie di controllo per imparare a controllare volontariamente la funzione monitorata.

La definizione fornita mi sembra sufficientemente chiara e probabilmente molti di voi avranno già intuito le possibili applicazioni del biofeedback nel trading. Tutti noi sappiamo come, ad esempio, le pulsazioni cardiache accelerino in particolari momenti: quando ad esempio apriamo una posizione, quando il mercato raggiunge punti critici, quando siamo in profitto, quando siamo in perdita. Abbiamo tutti provato la sensazione del cuore in gola, così viva in particolari momenti. Personalmente ho sempre cercato di dominare questa tendenza, spesso difficilmente controllabile, cercando di mantenere la calma anche nei momenti critici, poiché fin dall'inizio sono stato pienamente consapevole del fatto che lo stato di agitazione non aiuti il giudizio e la conseguente perdita di obiettività possa essere molto rischiosa. Tornando al biofeedback, è chiaro come i miei tentativi di dominare in maniera artigianale le reazioni del mio corpo, come l'aumento del pulsazioni cardiache, il cambiare posizione sulla sedia inavvertitamente quando il mercato agisce in modo per me scarsamente comprensibile e così via, non facessero i conti col fatto che spesso il nostro organismo emetta una serie di veri segnali d'allarme, molto prima che la nostra coscienza riesca a registrarli. In estrema sintesi, può accadere che il nostro corpo invii dei segnali, che noi tardiamo a percepire consciamente, quando, ad esempio, una situazione di trading non è più coerente con la nostra strategia. Insomma, anche se può sembrare incredibile, molto spesso il nostro corpo può, ad esempio, avvisarci di un'imminente perdita molto prima che noi ce ne rendiamo conto e a volte anche molto prima che la stessa perdita si materializzi. Quante volte ci è capitato di assistere letteralmente al nostro corpo che reagisce ad uno stimolo esterno, molto prima che noi coscientemente ci fossimo resi conto dello stesso, alla base di questo c'è la teoria del biofeedback, secondo la quale il nostro corpo invia dei segnali molto chiari su determinati stati, molto prima che gli stessi siano recepiti dalla nostra mente. In sintesi, durante le nostre sessioni di trading, le frequenze cardiache, come saprete certamente, tendono a variare moltissimo: è possibile quindi utilizzare le stesse come una specie di monitor ed eventuale allarme su situazioni pericolose, che portano alla regressione cognitiva. È proprio da questo assunto che si può arrivare ad un utilizzo degli strumenti del biofeedback, al fine di migliorare la performance del nostro trading. Questa la strada su cui mi sono trovato nel momento in cui ho realizzato quanto fosse sensato questo tipo di approccio alla luce della mia esperienza sui mercati. Per quanto mi riguarda il miglioramento che ne è derivato è stato ed è di fondamentale importanza proprio nel settore del controllo delle emozioni che ritengo essere un elemento essenziale del bagaglio di ogni trader. Cercherò quindi di proporvi un utilizzo del biofeedback, che poi è lo stesso da me implementato, estremamente semplice e immediato, quasi banale, che spero permetterà anche a voi di ottenere quegli stessi giovamenti che ha dato a me. Si tratta innanzitutto di conoscere quali sono le proprie frequenze cardiache a seconda delle diverse attività. È bene ricordare che le stesse dipendono dall'età, oltre che da una serie di altri fattori come lo stato di forma fisica ecc. E' quindi estremamente importante che ognuno di voi cerchi di tracciare, se già non lo conosce, il proprio profilo a livello di frequenze cardiache e fatto questo si può iniziare ad utilizzare il cardiofrequenzimetro nelle proprie sessioni di trading operativo ma anche in quelle simulate. Anche a questo serve il simulatore, non solo a testare le strategie e le proprie capacità e conoscenze ma anche a simulare le situazioni di stress. In pratica, esattamente come fanno gli sportivi professionisti, ma anche i militari in addestramento, si cerca di ripetere il più fedelmente possibile quelle situazioni di stress che, ad esempio, si possono ritrovare in battaglia. Ciò al fine di portare le reclute a comportarsi, nel momento di stress, in maniera quasi automatica, poiché hanno ripetuto tante volte durante l'addestramento una simulazione di tali situazioni, evitando quei fenomeni di regressione cognitiva che li porterebbero a comportarsi come l'ultima delle reclute, mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri. L'utilizzo che faccio del cardiofrequenzimetro, che impiego anche nelle sessioni simulate, è esattamente finalizzato a cercare uno strumento oggettivo che mi avvisi in quei momenti in cui sono a rischio di sperimentare fenomeni di regressione cognitiva. Nel mio caso, mi sono reso conto che, durante le sessioni di trading reale (con il trading simulato accade la stessa cosa, anche se ovviamente su frequenze cardiache inferiori) ogniqualvolta la mia frequenza cardiaca superi i 100 battiti al minuto, io sia a rischio di regressione cognitiva. Ho così messo un allarme sonoro che suona quando la mia frequenza cardiaca supera tale limite. In questo modo, dispongo di uno strumento semplicissimo e nel contempo preziosissimo che mi allerta quando rischio di comportarmi da perfetto principiante, poiché sappiamo bene come, una volta che la posizione sia stata aperta, ci sembri quasi di non ragionare più, anche se, in realtà, siamo semplicemente vittime di questo fenomeno, che tuttavia può essere in qualche modo controllabile. La potenza del biofeedback sta proprio nel fatto che strumenti come il cardiofrequenzimetro permettono di ricevere un avviso di pericolo in modo tempestivo. L'avviso è poi quello che ci invia il nostro corpo e che la mente tarderebbe a registrare a livello inconscio, mentre, grazie al cardiofrequenzimetro questo processo viene accelerato. Insomma, non appena sento suonare il cardiofrequenzimetro so che sto iniziando a comportarmi da neofita, quindi devo in qualche modo fermarmi un attimo, fare un passo indietro, ad esempio allargando il timeframe, e nel contempo cercare di concentrarmi per riportare le pulsazioni al di sotto del livello di guardia e riguadagnare la capacità di analisi adeguata alle mie conoscenze e alla mia esperienza sui mercati. Tutto questo, con un po' di allenamento, avviene in pochi secondi: giusto il tempo per riguadagnare quella compostezza soprattutto mentale che mi allontani dai rischi di regressione cognitiva la quale mi porterebbe inevitabilmente a commettere errori spesso molto costosi. Spero che qualcuno di voi si interessi a questo aspetto del trading operativo e provi a incorporare nella propria strategia anche questo importante elemento che regala ovvi benefici anche a livello di salute, poiché si evita di stressare troppo il proprio cuore, abituandosi a controllare la propria frequenza cardiaca, un elemento molto importante in professioni come il trader intraday, dove oggettivamente esistono forti controindicazioni anche a livello di stress cardiaco.