- Il trading secondo Profste
- I - Il trading come attività imprenditoriale basata sulle performance
- 1 - Vivere di trading
- 2- L'importanza della psicologia nel trading
- 2.1 - Trading e psicologia
- 2.2 - I dieci errori da evitare
- 2.3 - La principale causa delle perdite
- 2.4 - Imparare a perdere in modo professionale
- 2.5 - La capacità di limitare i fenomeni di regressione cognitiva
- 2.6 - L'oggettività e l'assenza di opinioni
- 2.7 - L'approccio probabilistico
- 2.8 - Il biofeedback
- 2.9 - L'importanza della conoscenza di se stessi
- 2.10 - Come fare trading di noi stessi oltre che dei mercati
- 2.11 - Il problema della dipendenza nel trading
- 3 - La gestione finanziaria del trader imprenditore
- II - I Concetti di base: la cassetta degli attrezzi di Profste
- III - I Concetti avanzati
- IV - I L’Operatività
- V - Conclusioni
- VI - Letture consigliate
- I - Il trading come attività imprenditoriale basata sulle performance
2.2 - I dieci errori da evitare
Inizio la trattazione con la lista dei 10 errori tipici del neofita e i consigli su come evitarli: considerate attentamente i punti sui quali vi invito a riflettere e rileggeteli più volte cercando di farli vostri e ricordate che davvero, mai come in questo mestiere, non ci sono scorciatoie.
1) Avere fretta
Non abbiate fretta di aprire un conto di trading o, peggio, di fare operazioni reali poiché, anche se le offerte possono sembrare attraenti e vantaggiose, sappiate che ci saranno anche l'anno prossimo. Aspettando di raggiungere una maggior conoscenza dei mercati finanziari avrete fatto la cosa giusta: quella di proteggere il capitale. Scelta che da sola potrebbe portarvi a superare il primo anno di vita da trader, dove la maggior parte dei neofiti viene letteralmente spazzata via proprio per la fretta di iniziare a fare sul serio e senza capire che è studiando che si inizia a fare sul serio e non andando sui mercati senza avere la più pallida idea di ciò che accade.
2) Iniziare il trading con denaro reale
E' collegato al primo errore, la fretta, insieme al quale rappresenta uno dei metodi più rapidi e veloci per entrare a far parte della statistica dei trader falliti, che rappresentano il 95% di chi ci prova e che entro il primo anno di attività viene letteralmente spazzato via dal mercato. Non mi stancherò mai di ripeterlo: iniziate con il trading su carta (paper trading) visto che per farlo non dovete aprire nessun conto trading e questa esperienza fondamentale vi accompagnerà finché non avrete dimostrato di saper guadagnare con continuità e costanza. Ovviamente il paper trading andrà fatto nel modo più realistico possibile… mi raccomando: non barate MAI !
3) Lasciare il proprio lavoro attratti dalla possibilità di un'indipendenza e libertà finanziaria.
Non fate MAI questo errore, che vi porterà in modo rapido alla rovina e se non siete soli, cosa ancor più grave, potrebbe mettere a rischio la vostra famiglia. Questo monito vale per tutto il periodo di apprendimento, che richiede anni, e finché non avrete dimostrato di saper trarre con costanza dal mercato un reddito sufficiente per mantenere il vostro tenore di vita attuale. Il reddito andrà aumentato dell'aleatorietà insita nel mestiere del trader, che quindi prevede anche mesi e mesi di inattività e perdite, nei quali le vostre spese restano invariate. Se quindi a titolo di esempio ora guadagnate 1.000 €/mese netti, dovrete dimostrare, prima su carta per un periodo lungo e poi dal vero per un periodo altrettanto lungo, di riuscire a trarre dal mercato con continuità una media di 2.000 €/mese, perché dovete comprendere anche la pensione, il TFR e assicurazioni varie che con il mestiere di trader non sono compresi. Tenete sempre ben presente che, al momento di iniziare, le probabilità saranno tutte contro di voi e l'unica certezza che avrete è che perderete moltissimo, molto probabilmente tutto quello che avete.
4) Sovrastimare le vostre possibilità di guadagno e le proprie capacità di fare trading
Collegato al precedente questo errore si commenta da solo, ma è un altro dei metodi che portano la maggior parte degli aspiranti trader a lasciare l'attività entro il primo anno o a entrare a far parte di quel 95% di perdenti cronici che affollano i mercati e arricchiscono il 5% dei rari vincitori. In realtà ho capito che poi quel 5% è rappresentato per un 4% dai break even trader, ossia coloro che sono in pari, ma col loro trading fanno guadagnare solo gli intermediari e broker, grazie al volume di commissioni generate, quindi chi guadagna realmente è a mio avviso solo l'1% dei partecipanti. Ricordatevi che più studierete e più vi accorgerete di saperne poco, solo chi non studia può avere la presunzione di aprire un blog o un sito e mettersi a dispensare consigli di trading o peggio parlare delle proprie operazioni: entrate, uscite, stop loss e quant'altro.
5) Dichiarare i vostri trade e dispensare consigli non richiesti
Altro errore tipico e collegato al precedente, e che ha alla base la presunzione e la convinzione di saperne qualcosa, laddove solo l'ignoranza o peggio la mitomania può portarvi a commettere una leggerezza. Sappiate solo che tutti i più grandi trader, quei pochi che guadagnano veramente, sono quasi ossessivi riguardo alla riservatezza che copre le loro operazioni. Non saprete mai davvero chi è colui che guadagna veramente in questo mestiere e, se vedete qualcuno dichiarare i propri trade, fornire le proprie visioni sul mercato e dispensare consigli non richiesti, non fidatevi! Il motivo è semplice e tutti i grandi trader lo sanno: dichiarare i propri trade vi mette in una condizione di poter poi essere condizionati nel giudizio, che automaticamente perde di obiettività, perché una parte di voi stessi può pretendere di voler avere ragione e dimostrare a chi sa quale trade avete fatto, che appunto voi avete ragione. Niente di più sbagliato, perché perdere l'obiettività di giudizio è la cosa che non deve MAI accadere e qualora vi succeda dovete saperne riconoscere i sintomi tempestivamente, fermarvi a riguadagnarla per poter poi riprendere il vostro percorso.
6) Fidarsi di esperti, altri trader, dispensatori di consigli e dritte
Sapete bene come su questo punto io sia il primo che continua a sottolineare l'importanza di arrivare a sviluppare una propria metodologia indipendente, che vi svincoli completamente dalla dipendenza verso gli altri, compito che richiede anni.
Non fidatevi di nessuno… neanche del sottoscritto. Il vostro scopo primo dev'essere quello di arrivare a formare un vostro metodo di analisi e giudizio che sia completamente indipendente e vi permetta di decidere autonomamente i vostri trade, le entrate, le uscite, gli stop loss e quant'altro. A quel punto capirete anche l'importanza del punto precedente, quello della riservatezza.
Il fatto di non fidarvi di nessuno non implica certo la necessità di chiudersi in una torre d'avorio, perché il confronto con gli altri e l'apprendimento da chi ne sa più di voi sono passaggi fondamentali della vostra formazione, ma lo scopo che non dovete mai dimenticare è quello di arrivare all'indipendenza totale; le parole che leggete qui devono solo servirvi ad evitare di commettere tutti quegli errori, in realtà tipici, che portano verso la sicura rovina. Devono costituire uno stimolo a studiare e ad apprendere, così come a saper dare il giusto ordine alle cose, senza avere mai fretta di iniziare.
7) Porsi obiettivi temporali ristretti
Molti pensano di poter arrivare a fare trading in breve tempo e quindi di poter iniziare a "guadagnare qualcosina" o peggio di "riuscire a fare una fortuna" in breve tempo. Niente di più sbagliato! Sappiate che l'unica cosa che riuscirete a fare in breve tempo è rovinarvi completamente ed essere spazzati via dal mercato; questo non lo dico io ma le statistiche che confermano come chi sia agli inizi abbia la quasi certezza che ciò avvenga. Un obiettivo temporale adeguato può essere tre anni per arrivare ad essere un break even trader (ossia colui che riesce a pagarsi i costi di fare trading, senza ancora guadagnare un centesimo) e cinque anni per arrivare ad essere un trader profittevole e quindi poter iniziare a considerare la possibilità di dedicarsi esclusivamente a questa attività. Chiaramente questi periodi vanno considerati adeguati per una persona che dedichi al trading e all'apprendimento una media di almeno 6 ore effettive giornaliere; in alternativa, chi svolge un'altra attività dovrà dedicare all'apprendimento del trading i weekend e le vacanze di ogni genere.
8) Sottostimare i costi del trading
Anche se non sembra, fare trading costa e dovete sapere trattare quest'attività come una qualsiasi altra attività imprenditoriale: i costi sono quelli del computer e della connessione a internet, poi ci sono quelli dei software e delle forniture dei dati. Cercate di mantenere tutti questi costi al minimo. Più avanti vi preoccuperete dei costi delle commissioni (per ora calcolate facendo simulazione un minimo di 10 € per transazione), le tasse sugli eventuali guadagni e i costi di tenuta conto e contabilità (dovete tenere un registro molto preciso di tutte le vostre attività e il vostro tempo ha un valore). Dovrete anche computare un salario minimo con cui calcolare il tempo di studio dedicato al trading e porvi come obiettivo di recuperarlo. Ad esempio nel mio caso, avendo dedicato una media di 12 ore al giorno per un anno al trading a allo studio, calcolando un salario di 5 €/ora (che direi è il minimo che potete concedere a voi stessi) devo considerare un costo di circa 20.000 €/anno da includere nei costi per poter fare un calcolo effettivo della redditività della mia attività. Se, infatti, avessi dedicato tutto quel tempo ad un lavoro a salario minimo ogni anno avrei intascato 20.000 €. Questo è solo un esempio, ma serve per farvi capire come sia fondamentale comprendere tutti i costi diretti e indiretti nel bilancio della vostra attività.
9) Essere sotto capitalizzati
Questo punto si ricollega alla leggerezza con cui alcuni novizi pensano di poter iniziare a "provare coi futures", magari con i mini, tanto appunto sono mini e non ci si può far male. Niente di più sbagliato! I futures, nel bene e nel male, sono la formula uno del trading e non potete pretendere di iniziare a imparare a guidare con una Ferrari da Formula Uno… il risultato lo potete immaginare da soli. L'esempio dovrebbe essere sufficiente, ma voglio spiegare a fondo i motivi. In sostanza il problema/vantaggio dei futures sta nella leva ossia nel fatto che, con una piccola somma, si riesca a controllare un capitale molto superiore. Ad esempio per un contratto mini riferito al nostro indice S&P MIB si può controllare una somma corrispondente a circa 29.000 € con soli 1.500 €. Ecco quindi che, innanzitutto, è possibile perdere più di quanto si metta, perché voi state investendo 29.000 €, non 1.500, quindi un movimento avverso che porti l'indice da 29.000 a 25.000 corrisponderà ad una riduzione del vostro investimento di pari entità, anche se voi avrete versato solo 1.500 come margine di garanzia. Con i futures quindi dovete sempre tenere presente l'esatto controvalore investito, non il margine di garanzia versato. Se quindi pensiamo ad un contratto S&P MIB normale, voi con 5.000 € potete controllare 125.000 € e questo può portarvi alla rovina in un attimo: è mezzo miliardo di vecchie lire! Ecco perché i futures dovranno essere eventualmente il vostro punto di arrivo, non di partenza, così come si inizia a guidare su una 500 per poi eventualmente arrivare alla Ferrari, ma essendo consapevoli del fatto che si può passare la propria vita anche guidando una Croma o una Multipla ed essere felici. Non è quindi necessario arrivare obbligatoriamente ai futures, ma si può tradare per una vita azioni ed ETF e riuscire ad ottenere risultati più che soddisfacenti. Se mai arriverete a tradare i futures, il mio consiglio è quello di avere una somma liquida disponibile corrispondente al valore effettivamente investito: se vorrete tradare un mini S&P MIB, a prescindere dal margine di garanzia, dovrete disporre di 30.000 € che dedicherete solo al trading e non ad altre spese, in modo da far corrispondere al controvalore investito una vostra reale disponibilità.
10) Non dire ai propri familiari che si fa trading
Mentire a voi stessi e ai vostri familiari sui risultati, le perdite e le proprie capacità è quanto di più sbagliato esista. Chi vi sta vicino, e in particolare chi dipende da voi, deve conoscere esattamente ciò che fate e appoggiare le vostre scelte. Se vi ritrovate a fare trading di nascosto o a mentire su perdite e risultati negativi siete su una strada pericolosissima, molto simile a quella del giocatore del video poker, da cui non vi distingue più nulla e anche gli effetti rovinosi possono essere molto simili e nel caso del trading spesso molto più gravi. Se il giocatore di videopoker arriva a rovinarsi a colpi di 50 € alla volta, immaginate cosa potreste fare voi con i vostri 10.000/50.000/100.000 € per volta. La vostra famiglia deve essere al corrente di ciò che fate, deve appoggiarvi pienamente, supportarvi e rendersi conto dei rischi che si corrono. Questo non significa fare una telecronaca delle proprie operazioni, che comunque potrebbe avere gli effetti citati al punto 5, bensì tenere al corrente del generale andamento e dei progressi che state facendo nel trading, senza mentire o peggio enfatizzare i risultati positivi e nascondere o minimizzare quelli negativi. Il discorso vale anche per voi stessi, dato che spesso si tende a mentire soprattutto quando ci si guarda allo specchio, riproducendo comportamenti più simili a quelli dello scommettitore d'azzardo che del trader professionista che, come sappiamo bene, a differenza del primo, non scommette mai.
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