5.3 - La scelta del timeframe su cui operare

Inviato da admin il Mar, 02/08/2011 - 19:13 - Modificato da admin on Mar, 02/08/2011 - 19:13

La scelta del timeframe su cui operare deve essere effettuata, oltre che in base al nostro “comfort” psicologico, anche sulla base della nostra capitalizzazione.
Il concetto è che quanto maggiore è il timeframe, tanto maggiore  è la distanza in cui dovranno essere collocati gli stop, quindi maggiore sarà la perdita che eventualmente dovremo sopportare; ovviamente questo incide fortemente sulla capitalizzazione ed è anche per questo, come già detto, che sui timeframe superiori operano gli operatori più capitalizzati.
Vero è che, per chi opera su strumenti come azioni o forex, l'assenza di contratti standardizzati permette di disporre di un ulteriore strumento per calibrare la propria esposizione e quindi la scelta del timeframe, mentre per chi opera su derivati come i futures, è il timeframe che condiziona l’entità delle eventuali perdite, per cui la scelta deve essere effettuata in base a questo criterio.
Una regola empirica per scegliere il timeframe di riferimento in base alla capitalizzazione è quella di calcolare  la perdita massima teorica utilizzando l'ATR (Average True Range) e moltiplicando il suo valore per tre.
Questo indicatore definisce l'oscillazione massima di uno strumento finanziario nel periodo di riferimento, tenendo anche conto dei GAP; facciamo un esempio di calcolo nella tabella numero 3 che segue:

Tabella 6: Indice S&P mib ATR a 14 periodi

settimanale

giornaliera

2 ore

1.266 punti

500 punti

80 punti

ATR x 3

ATR x 3

ATR x 3

3.978 punti

1.500 punti

240 punti

Come si vede nel calcolo, in caso di evenienza catastrofica,  un trader con timeframe settimanale, dovrebbe sopportare una perdita massima di 3.978 punti, uno con timeframe giornaliero 1.500 punti, quello con timeframe a due ore solo 240 punti. Sperando di essere stati chiari, la scelta del timeframe è legata alla capitalizzazione e non deve essere effettuata in base a parametri tecnici o di comfort psicologico.
Ecco perché una volta scelto il timeframe di riferimento per il nostro trading, non lo dobbiamo mai cambiare e soprattutto non dobbiamo farlo nel caso si accusassero delle perdite; la speranza che allungando i tempi le cose si aggiustino da sole è l'ultima a morire ma è la prima che uccide il trader.