- Il trading secondo Profste
- I - Il trading come attività imprenditoriale basata sulle performance
- II - I Concetti di base: la cassetta degli attrezzi di Profste
- III - I Concetti avanzati
- IV - I L’Operatività
- V - Conclusioni
- VI - Letture consigliate
3.1 - Massimizzare l'impatto dei successi e minimizzare quello delle perdite
La rovina finanziaria rappresenta il principale rischio di chi fa trading, non solo per i motivi direttamente legati all'aspetto economico ma anche per quelli, ancor più gravi, legati all'aspetto psicologico (si legga al riguardo la biografia del famoso trader Jesse Livermore).
Il metodo più semplice per arginare situazioni di questo genere risulta quello di costruire una sorta di barriera , un argine di protezione che annulli l'impatto degli effetti del rischio di rovina sul patrimonio personale.
Molte persone mettono a repentaglio la propria serenità finanziaria e quella delle loro famiglie per non aver considerato adeguatamente il rischio della rovina finanziaria, concentrando la propria attenzione unicamente sui guadagni potenziali derivanti dall'attività di trading, mentre ciò che distingue il trader professionista dal dilettante è proprio la capacità di gestire questo rischio: contrariamente al credo comune, il trader non è uno spregiudicato amante del rischio, i più grandi e longevi trader sono persone che hanno una grande avversione al rischio ed eccellendo di fatto nel suo controllo.
Il metodo da noi suggerito inizia con il computo realistico e prudenziale del patrimonio personale posseduto dal trader e dalla sua famiglia; questo comprenderà una stima del valore di tutti i beni, sia mobili che immobili. Fatto questo consigliamo assolutamente di destinare al trading NON PIU’ DEL 10 % del patrimonio totale.
In pratica ipotizzando un valore patrimoniale pari a 100, il primo passo è quello di proteggere dal rischio di rovina il 90 %, nel senso che questa è la porzione che non dovrà mai essere intaccata quale che sia l'esito dell'attività sui mercati, anche il più catastrofico.
Il restante 10% verrà a costituire il capitale totale per il trading che chiameremo capitale d'impresa e costituirà la perdita massima anche nell'ipotesi di un esito catastrofico della nostra attività di trading sui mercati e che ci costringerà ad abbandonare l'attività.
Dopodichè, in ogni singolo periodo di trading (es. giorno, settimana, mese) metteremo a rischio solamente una frazione prestabilita di questo capitale d'impresa, che rappresenta il capitale operativo. Per capitale operativo intendiamo il margine richiesto dall'intermediario, in caso di utilizzo della leva finanziaria, oppure il totale della posizione, se non si usa la leva, più la massima perdita programmata per periodo (il concetto di capitale operativo sarà tuttavia immediatamente approfondito nel prossimo paragrafo).Un esempio pratico di calcolo nella successiva tabella 4:
Tabella 4: i tre comparti finanziari dell’impresa di trading
Patrimonio | Capitale d'impresa | Capitale operativo |
100.000 | 10% = 10.000 | 1% = 1.000 |
- Login per inviare commenti